Ogni giorno provo a resistere alle tentazioni che mi si presentano, insistenti, impertinenti, irriverenti. Cioccolata, pizza, libri, riviste dal design accattivante – qualche volta delle scarpe a buon prezzo – sembrano essere i peggiori nemici della mia rettitudine. Oscar Wilde diceva anche che l’unico modo per liberarsi da una tentazione è cedervi, così, tra le ultime cose cui non ho resistito rientrano una macchina per cucire (non ho mai cucito prima), un gilet che si riscalda (ma deve essere collegato a una presa di corrente), un cappello con le orecchie (non ho capito bene a quale animale intendano somigliare, comunque non credo che lo indosserò mai) e una tazza glitterata, tipo quelle che Donatella Versace vende a 850 euro – io l’ho pagata molto meno. Queste alcune piccole tentazioni a cui è semplice cedere o contro cui è classico combattere. Ci sono però delle resistenze o tentazioni più grandi: resisto quotidianamente alle sfide (per usare un eufemismo) che il lavoro mi offre, resisto alle persone che non sopporto – e a quelle che mi piacciono tanto, resisto soprattutto alla voglia che ho di mollare tutto e partire. Per dove? Non so, semplicemente: partire. Poi, alla fine, resisto. E inizio a elencare mentalmente tutto quello che mi aiuta a resistere. Un elenco che, dopo Artù, il mio adorabile gatto, enumera sempre e soltanto persone. Ho sempre creduto fermamente – e oggi ancor di più – che nella vita di ognuno di noi l’unica cosa che fa la differenza sono le persone. Non il contesto in cui si nasce, né la condizione socio-culturale, e nemmeno quella economica. Le persone che abbiamo intorno, sono loro che ci salvano oppure no. Non è importante il lavoro che fai, ma è importante avere una squadra collaborativa e che condivide l’orientamento al risultato e la strada per raggiungerlo. Non è importante dove vivi e come, ma con chi. Molte biografie di persone memorabili sono ricche di incontri fortuiti che hanno cambiato il corso delle cose. Non è importante cosa ti piace o quali sono i tuoi sogni: è importante però avere persone con cui condividerli e che non ti giudichino per i tuoi desideri. Ispirata da Alessandra (mia amica e mio direttore a lavoro) durante uno dei nostri momenti di riflessione sulle cose del mondo, mi è sembrato giusto convenire che ogni resistenza – o il suo speculare abbandono – sia possibile grazie alla comunità sociale di riferimento; è sempre e soltanto la presenza delle persone che abbiamo accanto – e i valori in comune – a regolare i nostri comportamenti. In questo numero di Orione abbiamo raccolto molte storie di resistenza: se ci fate caso sono tutte storie di persone forti e intolleranti nei confronti delle ingiustizie. Storie di uomini e di donne che rendono il mondo un po’ migliore. Storie che hanno trovato il coraggio di essere raccontate, nonostante le difficoltà del caso. Leggendo questo numero di Orione, capiremo che non sempre è bene resistere e che ci sono resistenze che spesso non servono a nulla, come ad esempio quelle nei confronti della diversità. Il mio augurio per questo nuovo anno è che tutti possano avere accanto persone per le quali resistere ma – soprattutto – essere noi stessi persone per cui vale la pena resistere.
QUESTO ARTICOLO È STATO PUBBLICATO SU ORIONE N. 24, “Resistenze”, NELLA SEZIONE EDITORIALE — GENNAIO-APRILE 2022
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