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«Il tetto si è bruciato, ora posso vedere la luna», recita un vecchio haiku che negli anni passati mi sembrava il non plus ultra della saggezza.

Oggi, con qualche capello bianco in più e con sempre meno tempo, mi sentirei di aggiungere che, se il tetto si è bruciato, ti pioverà in testa. Sono due approcci diversi allo stesso problema: da un lato un’opportunità, dall’altro una disgrazia. Come in tutte le cose della vita, le differenze sono legate al mondo interno di ciascuno: i danni possono essere affrontati, anche se con difficoltà, come catalizzatori di cambiamento oppure diventare eventi che fanno implodere l’intera esistenza. La psicologia individua un processo di elaborazione del lutto — in senso lato — che, attraverso il superamento delle varie fasi, consente di andare oltre. Ci può essere una reazione iniziale di rabbia, a cui subentra uno stato di depressione che, una volta superato, si trasforma in tristezza, emozione sana e funzionale al superamento del lutto. La conclusione del percorso quindi approda all’integrazione dell’esperienza luttuosa nel proprio vissuto esistenziale. All’interno di questo processo ci sono naturalmente le esperienze individuali: ciascuno può attraversare tutte le tappe, può fermarsi in una di queste non riuscendo a superarla, trasformando così il danno subito in un lutto inelaborabile.

Questo numero di Orione è particolarmente prezioso, perché tratta uno dei temi che, più di altri, ruota nel mondo della disabilità. Possiamo metterla in molti modi, dalla valorizzazione delle differenze, alla massimizzazione delle possibilità, ma è innegabile che la condizione della disabilità crea ancora, nel 2024, in un paese così occidentale e democratico come l’Italia, disagio in chi la vive e nel contesto in cui vive. Penso anche semplicemente alle barriere architettoniche, oppure a quelle relative all’accessibilità dei siti web. Come da tradizione, Orione affronta il tema con approcci multidisciplinari e punti di vista diversi, per offrire una visione articolata e che includa l’umano in tutte le sue forme, tutelandone le diversità.


QUESTO ARTICOLO È STATO PUBBLICATO SU ORIONE N. 31, “IL DANNO”, NELLA SEZIONE EDITORIALE — MAGGIO-AGOSTO 2024

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