Skip to content
Una fotografia di Nellie Bly
Un giro del mondo da record — solo 72 giorni, primo corrispondente di guerra donna, creatrice del giornalismo investigativo sotto copertura, Nellie Bly è stata pioniera nel mondo della comunicazione al femminile.

Tutto è iniziato nel 1885, quando Nellie Bly decide di scrivere una lettera a George Madden, direttore del Pittsburgh Dispatch, in risposta all’articolo A cosa servono le ragazze (What Girls Are Good For), di Erasmus Wilson. Wilson sostiene che le donne debbano rimanere in casa, fare figli, cucinare e occuparsi delle faccende domestiche. Tra le molte lettere di protesta, ne arriva una che colpisce il direttore in modo particolare. Il testo, firmato da una Piccola Ragazza Orfana (Little Orphan Girl), stupisce Madden per la sua forza straordinaria e per la grande intelligenza, così da fargli pensare di essere scritto da un uomo. Un po’ per gioco, un po’ per sfida, Madden scommette sul sesso di quell’autore e si dice pronto a offrire un lavoro a chi avesse scritto il pezzo. Al giornale però si presenta una giovanissima Elizabeth Jane Cochran (il nome reale di Nellie Bly): ha solo 21 anni. Inizia così una brillante carriera: La Bly si occuperà più volte di scrivere delle condizioni delle lavoratrici nelle fabbriche, di lavoro minorile, di sfruttamento e equità salariale, di divorzio — cosa assai coraggiosa per quel tempo.

UN NUOVO GIORNALISMO

Nellie Bly non si sottrae a nulla: unica inviata di guerra donna; si fa arrestare per documentare le condizioni in cui vivono le detenute; ottiene interviste esclusive a personaggi noti; è l’unica a raccontare gli scioperi dalla parte dei lavoratori. La sua inchiesta più famosa è quella nel manicomio femminile di Blackwell Island: Dieci giorni in manicomio (Ten Days in a Mad-House) per il New York World, una volta assunta da Joseph Pulitzer. La Bly si fa ricoverare e subisce lo stesso trattamento delle altre pazienti, per poi raccontarlo in una serie di racconti che creeranno molto scalpore a New York. Nascerà così il giornalismo investigativo sotto copertura: nessuno mai prima aveva pensato di mescolarsi alle persone per narrare le loro storie.

IL GIRO DEL MONDO

Un’altra impresa epica è il suo giro del mondo. Ispirata dal famoso romanzo di Verne, decide di battere il record e ci riesce: il 25 gennaio 1890 alle 15:51 dopo solo 72 giorni sei ore, undici minuti e quattordici secondi e circa 40.000 chilometri, Bly ritorna trionfante a New York dove un bagno di folla la acclama entusiasta. È stata la prima donna a viaggiare intorno al mondo senza uomini ad accompagnarla, un passo molto importante per l’emancipazione femminile.

IL SEGUITO

La Bly lascia il giornalismo nel 1895, anno in cui si sposa. Alla morte del marito proverà a gestire le sue aziende: inserisce all’interno delle fabbriche ambulatori medici e biblioteche, si fa attività fisica e corsi per insegnare agli operai a leggere e a scrivere. Qualcosa però va storto e lei si vede costretta a dichiarare bancarotta. Ritornerà al giornalismo con lo scoppio della Prima guerra mondiale, nel 1914, dove sarà l’inviata sul fronte austriaco per il New York Evening Journal. Molto impegnata nel sociale, aiuta chi ne ha bisogno grazie alla sua influenza. Continuerà la sua attività giornalistica collaborando con il New York Journal fino al momento della sua morte, sopraggiunta per polmonite, nel 1922.

PER APPROFONDIRE

David Blixt: A cosa servono le ragazze. L’incredibile storia di Nellie Bly — La corte editore — 2018

Nicola Attadio: Dove nasce il vento. Vita di Nellie Bly — Overlook — 2018

Luciana Cimino, Sergio Algozzino: Nellie Bly — Tunuè editore — 2019

AUDIOLIBRI GRATUITI

Nellie Bly: Around the World in Seventy-Two Days

Nellie Bly: Ten Days in a Madhouse

Nellie Bly: Six Months In Mexico


QUESTO ARTICOLO È STATO PUBBLICATO SUL BLOG DI REWIND IL 19 FEBBRAIO 2021, CON IL TITOLO NELLIE BLY, LA PIONIERA DELLA COMUNICAZIONE AL FEMMINILE.

Altro da leggere

Dettaglio dell’immagine di Copertina di Orione n. 32, leggerezza. Illustrazione di Bruna Pallante: omaggio a Carla Fracci
Molti autori in questo numero hanno citato il famoso aforisma di Italo Calvino per raccontare la leggerezza e questa cosa in un primo momento mi è sembrata scontata.
Dettaglio dell’immagine di copertina di Orione n. 31. Illustrazione di Bruna Pallante: Omaggio a Bebe Vio
«Il tetto si è bruciato, ora posso vedere la luna», recita un vecchio haiku che negli anni passati mi sembrava il non plus ultra della saggezza.
Un’immagine dalla pellicola de Il colore viola. Le due sorelle Celie e Nettie giocano rincorrendosi e ridono felici a cavalcioni del ramo di un albero.
Il film Il colore viola, diretto da Blitz Bazawule, prodotto nel 2023 e uscito nelle sale a febbraio 2024, è l’adattamento cinematografico del musical The color purple.
Skip to content