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Pubblicato su “Il Castello” di dicembre 2024

L’idea inizialmente venne all’allora presidente della Fondazione Sinapsi Attilio Sofia (oggi componente e vicepresidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Sinapsi) che, visitando il Museo Tattile Anteros dell’Istituto Cavazza di Bologna, rimase incantato dalle possibilità socio-culturali, inclusive, didattiche proposte. In circa due anni, con il sostegno del presidente della Fondazione Sinapsi ETS Giovanni Carleo, con l’approvazione del consiglio di amministrazione della Fondazione Sinapsi ETS, con il duro lavoro progettuale (e non solo) del direttore della Fondazione Alessandra de Robertis, il Museo Eidos ha visto la luce. Se la partecipazione è, come dice il Vocabolario della lingua italiana Zingarelli «la presenza più o meno attiva ad un avvenimento o in una situazione», il Museo Eidos è perfetta sintesi di tutto il pensiero accessibile, e quindi inclusivo, che la Fondazione Sinapsi ETS quotidianamente mette in pratica. Il Museo Eidos non è solo un museo, nel senso tradizionale ed evolutivo del termine: «se in un primo momento il museo era un luogo di raccolta delle opere d’arte e poi un moderno strumento di conservazione, di scienza e di didattica» (cfr. Touring Club Italiano: Capire lItalia: I musei — 1980), con il Museo Eidos assistiamo a una grandissima rivoluzione non solo dello spazio, ma anche dei contenuti, delle diverse valenze simboliche, culturali, funzionali, sociali che caratterizzano la vita del museo stesso. All’interno di esso sono conservate dieci opere pittoriche tradotte in bassorilievo prospettico e tre opere tradotte in stampa 3D . Il nucleo concettuale è esplicitato in diadi, coppie di parole non opposte ma complementari che rappresentano l’architettura del Museo Eidos in un universo di significati. Superando la retorica del vietato NON toccare, il Museo Eidos è importante perché, attraverso la partecipazione all’arte, si dà vita alla costruzione del pensiero visivo. Indispensabile per questo processo è l’uso della parola, che non è più solo veicolo di significato ma diventa anche immaginifica, aprendo nella mente di chi la accoglie un caleidoscopio di visioni. Questo il motivo principale per cui il Museo Eidos non è uno spazio come tutti. Partecipare all’arte, per le nostre ragazze e per i nostri ragazzi, per le bambine e i bambini della Fondazione Sinapsi ETS, ma anche per tutti gli altri, adulti compresi, diventa un modo per partecipare al mondo, per entrare nella conoscenza dal particolare al generale e infine per restituire una serie di significati sotto forma di dialogo, entrando in comunicazione con il proprio contesto di riferimento. Partecipare è dunque possibile solo quando esistono i presupposti per l’inclusione, siano essi architettonici, culturali o sociali. E voi, quando venite a partecipare al nostro Museo Eidos?

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