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«Il tetto si è bruciato, ora posso vedere la luna», recita un vecchio haiku che negli anni passati mi sembrava il non plus ultra della saggezza.
Ho speso molto tempo a pensare alle parole da inserire in questo editoriale.
Ho sempre creduto che fermezza e intransigenza fossero indice di forza e carattere e di conseguenza per anni mi sono arrovellata sul decidere da che parte stare: bianchi o neri?
Il pensiero magico è, per Daniele Novara, «un espediente cognitivo eccezionale che i bambini hanno a disposizione per riuscire a vivere in un mondo troppo diverso, troppo grande e incomprensibile per loro».
Introdurre il numero sulla partecipazione mi sembra assai facile se, per esempio e per idea, penso al Museo Eidos, che proprio in questi giorni compie un anno di attività.
In Preludio a un bacio di Tony Laudadio, Emanuele racconta in prima persona la sua storia dolcissima, complicata e anche un po’ surreale. Emanuele è un barbone, un musicista solo che, per mantenersi, suona agli angoli delle strade, facendo innamorare i passanti della sua musica.
Per chi progetta cose, dall’architetto che progetta case a chi, come me, progetta la comunicazione, il concetto di bellezza è indissolubilmente legato a quello di funzione d’uso: se una cosa funziona e raggiunge l’obiettivo per cui è stata pensata, allora è bella.
Come ogni anno, il 21 febbraio anche quest’anno si celebra la «Giornata nazionale del Braille», istituita dalla legge n. 126/2007, quale momento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti e ipovedenti.