Esordisce così l’autrice Francesca de Robertis quando le chiedo il motivo di un libro illustrato sulle emozioni. E continua portando l’attenzione sulla profonda connessione tra gli aspetti cognitivi e quelli emotivi che abitano nella nostra mente. Le emozioni che viviamo vengono poi espresse dal nostro corpo, sono un qualcosa che ci forma e, nel momento stesso in cui ci formano, suscitano delle sensazioni e determinano i nostri comportamenti, che sono visibili all’esterno e che quindi ci aiutano a relazionarci con l’ambiente e con le altre persone. Il modo in cui trasmettiamo agli altri le emozioni che stiamo vivendo è dunque essenziale non solo per capire meglio quello che ci succede, ma anche per consentire a quegli altri di condividere quanto ci sta succedendo: è una forma di lettura che chi ci è di fronte può fare di quello che avviene nel nostro animo. Le emozioni ci aiutano ad abitare il mondo e la rete di relazioni che costruiamo intorno a noi. Educazione emotiva significa imparare a conoscere, ri-conoscere, dare un nome e gestire le emozioni che proviamo, quelle brutte e quelle belle perché, come Francesca tiene a specificare, tutte le emozioni hanno un lato positivo e negativo, e sono tutte utili e funzionali per la nostra vita a patto che, quando parliamo di gestione delle emozioni, non intendiamo repressione, quanto piuttosto consapevolezza di quello che succede dentro di noi, in quel meraviglioso intreccio tra cognizione ed emozione che è la nostra mente. Leggere insieme ai bambini è da sempre una pratica familiare molto diffusa e particolarmente amata dagli adulti e dai bambini. Condividere un libro in famiglia significa costruire forti relazioni e condivisione di un vissuto non solo quotidiano ma anche simbolico-narrativo che aiuta a sviluppare l’immaginazione. Inoltre, la curiosità, l’interesse, il piacere verso quello che si apprende sono elementi fondamentali del processo stesso di apprendimento e l’educazione è essenziale per la costruzione dell’identità. Per riprendere Umberto Galimberti, «è da zero a tre anni che si diventa qualcuno»: ed è proprio in questa età che la narrazione adulto-bambino mette le sue radici. A volte mi sento… inondare di emozioni è un piccolo tesoro illustrato che può accompagnare i bambini e gli adulti nel proprio viaggio interiore, compiendolo nella maniera migliore possibile: insieme.
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QUESTO ARTICOLO È STATO PUBBLICATO SU ORIONE N.13, “LE FAMIGLIE”, NELLA SEZIONE RECENSIONI — AGOSTO 2018
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